È in corso in questi giorni, a Glasgow in Scozia, il summit al quale partecipano i principali capi di Stato e di governo dei Paesi più industrializzati e in via di sviluppo per discutere le linee programmatiche da attuare a livello mondiale in materia di tutela ambientale e transizione ecologica.
I primi risultati dovrebbero arrivare entro metà secolo.
Tra i temi più caldi oggetto di dibattito troviamo l’impegno condiviso dei leader politici per chiudere le centrali a carbone esistenti e non costruirne delle nuove nel giro di 20-30 anni.
Altro tema caldo per il quale anche il nostro governo ha preso posizione è lo stop all’erogazione di sussidi e incentivi entro fine 2022 per tutte le aziende operanti nel settore dell’energia che non si impegneranno nell’impiego di fonti di energia rinnovabile.
Cina e India, riluttanti nel prendere una posizione ben definita a riguardo, prevedendo nel breve periodo un peggioramento della propria crescita economica (in quanto entrambi fortemente dipendenti dal combustibile fossile), si sono impegnate a non ricevere finanziamenti esteri per combattere il cambiamento climatico.
Greta Thunberg, la giovane eroina di Fridays for Future, definisce questo incontro in terra scozzese come un nulla di fatto. I capi di Stato e di governo preferiscono non agire subito o prendere una posizione netta a riguardo – dice Greta – peggiorando ancora di più la situazione, già drammatica di per sé.
Tanto per citare alcuni dati:
1)1/3 dei ghiacciai nelle montagne è scomparso
2)Il livello dei mari si è innalzato di ben 8 centimetri.
Insomma, il leitmotiv delle politiche per l’ambiente dei vari governi nazionali fino al 2050 dovrà essere:
1) stop alla deforestazione
2) stop ai combustibili fossili
3) investire in economie che si sostengono grazie alle energie rinnovabili (aria, luce solare)
4) sistemi di trasporto elettrici