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domenica, Settembre 8, 2024

Cop26: quale futuro per l’ambiente?

È in corso in questi giorni, a Glasgow in Scozia, il summit al quale partecipano i principali capi di Stato e di governo dei Paesi più industrializzati e in via di sviluppo per discutere le linee programmatiche da attuare a livello mondiale in materia di tutela ambientale e transizione ecologica.

I primi risultati dovrebbero arrivare entro metà secolo.

Tra i temi più caldi oggetto di dibattito troviamo l’impegno condiviso dei leader politici per chiudere le centrali a carbone esistenti e non costruirne delle nuove nel giro di 20-30 anni.

Altro tema caldo per il quale anche il nostro governo ha preso posizione è lo stop all’erogazione di sussidi e incentivi entro fine 2022 per tutte le aziende operanti nel settore dell’energia che non si impegneranno nell’impiego di fonti di energia rinnovabile.

Cina e India, riluttanti nel prendere una posizione ben definita a riguardo, prevedendo nel breve periodo un peggioramento della propria crescita economica (in quanto entrambi fortemente dipendenti dal combustibile fossile), si sono impegnate a non ricevere finanziamenti esteri per combattere il cambiamento climatico.

Greta Thunberg, la giovane eroina di Fridays for Future, definisce questo incontro in terra scozzese come un nulla di fatto. I capi di Stato e di governo preferiscono non agire subito o prendere una posizione netta a riguardo – dice Greta – peggiorando ancora di più la situazione, già drammatica di per sé.

Tanto per citare alcuni dati:

1)1/3 dei ghiacciai nelle montagne è scomparso

2)Il livello dei mari si è innalzato di ben 8 centimetri.

Insomma, il leitmotiv delle politiche per l’ambiente dei vari governi nazionali fino al 2050 dovrà essere:

1) stop alla deforestazione

2) stop ai combustibili fossili

3) investire in economie che si sostengono grazie alle energie rinnovabili (aria, luce solare)

4) sistemi di trasporto elettrici

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