Ha ottenuto notevole rilevanza mediatica la notizia dell’approvazione da parte del Parlamento indonesiano di un nuovo Codice penale che entrerà in vigore ufficialmente fra tre anni.
In Indonesia la normativa vigente in ambito penale risale al periodo della colonizzazione olandese. Nonostante le forze governative abbiano promesso uno “svecchiamento” della normativa vigente, il nuovo testo ha già ricevuto numerose critiche.
In particolare, a preoccupare le forze politiche all’opposizione è il fatto che le future disposizioni saranno valide sia nei confronti dei cittadini indonesiani sia nei confronti dei turisti stranieri che decideranno di visitare il Paese.
Yasonna Laoly (ministro della Giustizia) risponde alle critiche ricevute da molti movimenti sociali, affermando l’assoluta necessità di “rinnovare” le norme penali ereditate dall’esperienza coloniale olandese. Gli oppositori alla riforma sostengono che il nuovo codice penale leda le libertà fondamentali dell’individuo, tendendo la mano al fondamentalismo, in un Paese che da Costituzione si professa laico e aperto al pluralismo..
Il nuovo codice penale prevede ai punti fondamentali:
1) il mantenimento della pena di morte;
2) il divieto di insulti rivolti al Presidente;
3) i rapporti sessuali al di fuori dell’unione coniugale saranno puniti con pene che potranno raggiungere anche un anno di carcere; saranno vietate, inoltre, le relazioni tra persone dello stesso sesso così come la convivenza tra persone non sposate. Quest’ultime rischiano fino a sei mesi di detenzione.