Che la normativa previdenziale accordasse dei requisiti agevolati per accedere alla pensione anticipata non è una novità. Nel sito dell’INPS troviamo menzionate le categorie di coloro che, avendo svolto lavori usuranti, possono godere di questo beneficio:
- notturni a turni e/o per l’intero anno;
- addetti alla cosiddetta “linea catena”;
- conducenti di veicoli, di capienza complessiva non inferiore a nove posti, adibiti a servizio pubblico di trasporto collettivo;
- impegnati in mansioni particolarmente usuranti.
Le mansioni particolarmente usuranti, alle quali è dedicato un approfondimento, vengono così classificate:
- “lavori in galleria, cava o miniera”, mansioni svolte in sotterraneo;
- “lavori nelle cave”, mansioni svolte dagli addetti alle cave di materiale di pietra e ornamentale;
- “lavori nelle gallerie”, mansioni svolte dagli addetti al fronte di avanzamento;
- “lavori in cassoni ad aria compressa”;
- “lavori svolti dai palombari”;
- “lavori ad alte temperature”, mansioni che espongono ad alte temperature, quando non sia possibile adottare misure di prevenzione, quali, a titolo esemplificativo, quelle degli addetti alle fonderie di seconda fusione, non comandata a distanza, dei refrattaristi, degli addetti a operazioni di colata manuale;
- “lavorazione del vetro cavo”, mansioni dei soffiatori nell’industria del vetro cavo eseguito a mano e a soffio;
- “lavori espletati in spazi ristretti” e in particolare delle attività di costruzione, riparazione e manutenzione navale, le mansioni svolte all’interno di spazi ristetti, quali intercapedini, pozzetti, doppi fondi, di bordo o di grandi blocchi strutture;
- “lavori di asportazione dell’amianto”.
Per poter accedere alla pensione anticipata è necessario che l’attività usurante “sia svolta per almeno sette anni negli ultimi dieci anni di lavoro o per almeno metà della vita lavorativa complessiva. Ai requisiti agevolati per accedere alla pensione anticipata non si applicano gli adeguamenti alla speranza di vita previsti per gli anni 2019, 2021, 2023 e 2025″ (fonti INPS).
Leggendo quanto riportano le fonti INPS verrebbe subito da domandarsi: l’elenco delle 15 categorie di lavori gravosi (prima 11 introdotte con la Legge di Bilancio 2017) che il Governo ha presentato/proposto ai sindacati per “risolvere” la complessa questione dei correttivi previdenziali da inserire nella legge di Bilancio in esame al Senato, è un’ulteriore traduzione o aggiornamento dei punti appena menzionati? Per poter rispondere, ripercorriamolo:
- addetti alla concia di pelli e pellicce;
- addetti ai servizi di pulizia;
- addetti spostamento merci e/o facchini;
- conducenti di camion o mezzi pesanti in genere;
- conducenti treni e personale viaggiante in genere;
- guidatori di gru o macchinari per la perforazione nelle costruzioni;
- infermieri o ostetriche che operano su turni;
- maestre/i di asilo nido e scuola dell’infanzia;
- operai edili o manutentori di edifici;
- operatori ecologici e tutti coloro che si occupano di separare o raccogliere rifiuti;
- chi cura, per professione, persone non autosufficienti;
- braccianti agricoli;
- siderurgici;
- marittimi;
- pescatori.
A lettura avvenuta potremmo dire di essere di fronte ad una integrazione, ma la questione appare molto più complessa, tanto da suggerire ulteriori domande: potrà sembrare un dettaglio non rilevante, ma il fatto che l’INPS parli di lavori particolarmente usuranti, mentre oggi la questione in ballo riguarda lavori “semplicemente”, non particolarmente, usuranti o gravosi non apre ad un universo complesso, in un contesto già complesso di suo, che potrebbe voler dire future ingiustizie e malcontento sociale?
Se scorriamo l’elenco dei lavori usuranti inclusi nelle 15 categorie, possiamo forse mettere sullo stesso piano la gravosità del lavoro degli insegnanti con quella dei braccianti agricoli? Oppure il lavoro su strada (sempre più pericolosa) dei camionisti con quello dei macchinisti ferroviari? Oppure, ancora, il lavoro dei/delle badanti di persone anziane non autosufficienti con il lavoro dei muratori o dei gruisti? Qualcuno potrà rispondere che l’usura che produce il lavoro non è soltanto fisica, ma anche psichica. Certo! Ma chi stabilisce o stabilirà a questo punto il limite tra ciò che è più usurante o meno? Quanti altri lavori usuranti mancano all’appello?
I sindacati CGIL CISL e UIL chiedono addirittura un ulteriore ampliamento della platea dei lavori cosiddetti usuranti ma, a questo punto, al netto del monito di Bankitalia e della Corte dei Conti sulla necessità di fare attenzione prima di intervenire sul sistema previdenziale, al netto della considerazione che anche i requisti oggettivi hanno incidenza nell’accesso alla pensione, il rischio è che si vada davvero incontro al caos o a piogge di futuri ricorsi.
Non è possibile individuare soluzioni diverse? Agire su versanti di spesa diversi? E tutto prima di ritrovarsi in un ulteriore pantano?