È stato approvato dal Parlamento italiano il nuovo disegno di legge che delinea, tra i vari punti introdotti, anche nuovi criteri per l’elezione del Consiglio superiore della Magistratura e per la separazione delle carriere tra Giudice e Pubblico Ministero.
Questi ultimi proprio punti sui quali gli italiani sono stati chiamati ad esprimere la loro opinione tramite referendum la scorsa settimana.
La riforma Cartabia è ora quindi legge a tutti gli effetti, manca solo la promulgazione da parte del Presidente della Repubblica per renderla pienamente efficace.
La discussione della legge ha generato non poche tensioni nelle aule parlamentari tra i rappresentanti dei vari gruppi politici che hanno presentato complessivamente 400 emendamenti per apportare delle modifiche all’iniziale progetto di legge proposto dall’attuale Ministro della Giustizia Marta Cartabia.
Tra le nuove disposizioni introdotte dalla legge appena approvata, cercheremo di riassumere il contenuto delle tre più rilevanti:
1) Con la riforma Cartabia chiunque decida di accedere alla carica di magistrato in ambito penale ( giudice o PM), potrà cambiare funzioni solo una volta entro 10 anni dall’assegnazione della sede. Con la legge precedente i passaggi possibili erano ben 4.
Questo limite ovviamente non vale se si vuole passare dal penale al civile o viceversa;
2) I magistrati che ricopriranno cariche politiche per almeno un anno, non potranno più operare in ambito giurisdizionale.
Coloro che candidatisi, non verranno eletti, potranno tornare ad esercitare le loro funzioni giuridiche, a patto che per almeno tre anni lavorino in una Regione differente sia da dove prestavano servizio precedentemente alla loro candidatura politica sia da dove erano candidati.
I magistrati che hanno svolto funzioni come Capi di dipartimento/gabinetto o segretario generale nel Ministero verranno collocati fuori ruolo per un anno;
3) Aumentano i componenti del Consiglio superiore della magistratura: da 27 membri si passa a 33( 10 laici, 20 togati più i membri di diritto ovvero il Presidente della Repubblica, il Presidente e il Procuratore Generale di Cassazione). Le candidature saranno individuali senza liste. Il sistema elettorale per designare i componenti del Csm invece misto: maggioritario con quota proporzionale.