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martedì, Febbraio 11, 2025

Salute e sicurezza del lavoro: bene comune

Salute e sicurezza del lavoro come bene comune è il contributo che Lorenzo Sichei RLST Firenze offre all’indomani dell’ennesimo incidente mortale sul lavoro avvenuto presso l’Archivio di Stato di Arezzo. Gli open data INAIL su infortuni e malattie professionali dei primi sette mesi del 2018 non sono per nulla rassicuranti. Per questo motivo sulla salute e la sicurezza del lavoro non possiamo assolutamente abbassare la guardia.

 

Quando parliamo di salute e sicurezza del lavoro (SSL) ci poniamo all’interno di una cornice ben precisa: una buona cultura del lavoro. La SSL è intrinseca nella legalità del lavoro, nel buon lavoro, nel lavoro dignitoso. Mettere la persona al centro dell’attività produttiva è fondamentale! Il lavoro dell’uomo, qualunque lavoro, materiale o intellettuale, è un atto della persona umana; ogni lavoro ha il suo valore umano ed ogni lavoratore ha la sua dignità di persona umana (Giovanni Paolo II “Parole sull’Uomo”).

È quindi giusto, quando si parla di SSL, considerare l’ambiente di lavoro nella sua completezza, con le sue articolazioni. Se in un’azienda ci sono lavoratori a nero, oppure con contratti irregolari, se c’è un ambiente di lavoro obsoleto, un’organizzazione del lavoro fatiscente, non è pensabile avere una buona SSL. Tutte queste problematicità sono concatenate fra loro ed è impossibile scinderle se vogliamo fare una corretta e seria prevenzione. Nell’accadimento di un infortunio non c’è fatalità, non c’è mai fatalità. C’è sempre dietro un errore tecnico, un errore umano, un’organizzazione del lavoro negligente. In più occasioni abbiamo provato disagio nell’assistere impotenti al verificarsi di infortuni sul lavoro, talvolta gravi, con conseguenze addirittura letali. La vita è la cosa più cara che abbiamo, è un dovere tutelarla sempre, anche quando si lavora. Occorre mettere in pratica il principio della responsabilità.

Responsabilità da parte dei committenti, dei datori di lavoro, dei tecnici, dei lavoratori, ma anche di coloro che istituzionalmente sono adibiti ai controlli. Per una corretta prevenzione è determinante la formazione, l’informazione, l’addestramento, ma anche la repressione. C’è una questione concorrenziale fra le aziende da non sottovalutare. È evidente che in un mercato scorretto la prima a rimetterci è proprio la SSL. Le aziende devono acquisire la consapevolezza che investire in SSL non è solo un costo, ma soprattutto un vantaggio per l’impresa stessa. La proposta del sindacato, in modo particolare per il comparto edile, un settore fra i più a rischio per infortuni sul lavoro, è la patente a punti. Già prevista nel Testo Unico, necessita di decreti attuativi per entrare definitivamente in vigore. Con la patente a punti le imprese avranno un punteggio iniziale, soggetto a decurtazione in seguito all’accertamento di violazioni in materia di SSL.

Con l’azzeramento dei punti le imprese non potranno più lavorare nel settore. La prima normativa in Italia riguardo alla SSL risale al 1955-56; una buona normativa che ha incontrato difficoltà nella fase applicativa. Aveva un limite, ed era quello che la responsabilità organizzativa era demandata unicamente al datore di lavoro. La svolta, sotto l’aspetto culturale, è avvenuta con il D.lgs. 81 del 2008, il quale ha introdotto, oltre al datore di lavoro, nuove figure interessate alle responsabilità dei vari processi di SSL aziendali: il Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione, il Medico competente, il Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS). Con il D.lgs. 81 nasce una nuova fase per quanto riguarda la SSL, in modo particolare per l’aspetto culturale; infatti al centro della nuova strategia c’è la formazione di tutti i soggetti interessati, sia dirigenti sia lavoratori.

Con il D.lgs. 81 anche i lavoratori diventano artefici della SSL in modo attivo e partecipativo, attraverso il proprio Rappresentante dei Lavoratori. È la partecipazione il modello da portare avanti per una corretta prevenzione in materia di SSL, in modo da migliorare le condizioni di lavoro, l’ambiente di lavoro, l’organizzazione del lavoro. Estendere i modelli di buone prassi in materia di Salute e Sicurezza sul Lavoro con il coinvolgimento, il confronto, la partecipazione dei lavoratori è la prospettiva migliore per guardare al futuro con speranza, per andare verso industria 4.0, per tenere conto delle necessità dei lavoratori e dell’ambiente di lavoro nel suo complesso. Se nelle aziende di grandi dimensioni è importante il contributo del RLS, nelle piccole e medie aziende è fondamentale la presenza del Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza Territoriale (RLST). Il RLST è a tutti gli effetti un sindacalista che si occupa esclusivamente di salute e sicurezza sul lavoro nel comparto delle aziende che rappresenta.

Il ruolo del RLST è soprattutto quello di fare evolvere in senso positivo la cultura del lavoro fra tutti i soggetti interessati e nel rappresentare i lavoratori in modo collaborativo e partecipativo nella pianificazione della SSL aziendale. Nel settore edile, soprattutto negli appalti pubblici di ingenti dimensioni, può essere importante il contributo del RLST già in fase preventiva, in modo da collaborare sia nella progettazione della sicurezza sia nella progettazione dell’ambiente di lavoro, oltre alla logistica del cantiere. Nel momento in cui avranno inizio i lavori e quindi arriveranno gli operai, avremo una situazione in materia di SSL già conosciuta e partecipata, potranno quindi a questo punto essere nominati i RLS di cantiere, con l’apporto del RLST che a questo punto diventerà coordinatore degli RLS.

Work in progress! …

 

Lorenzo Sichei RLST Firenze (comparto costruzioni)

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