Alcuni recenti pronunciamenti della Cassazione su mobbing e legittimità di licenziamento.
Con ordinanza n. 10043 del 10 aprile 2019, la Corte di Cassazione ha affermato che
una serie di comportamenti del dirigente (cambio di stanza, lunga attesa del lavoratore per essere ricevuto per chiarimenti, omessa convocazione per direttive) non integrano gli estremi di un intento persecutorio e di allontanamento del lavoratore sul quale grava l’onere della prova.
Con ordinanza n. 22288 del 5 settembre 2019, la Corte di Cassazione ha affermato che
non sempre una serie di provvedimenti disciplinari, pur dichiarati illegittimi, porta alla constatazione del mobbing. Infatti perché tali comportamenti possano costituire indice di una condotta assimilabile al mobbing, è necessario che sia evidenziata, in maniera concreta, una finalità persecutoria.
Con ordinanza n. 22100 del 4 settembre 2019, la Corte di Cassazione ha affermato
la legittimità del licenziamento di un dipendente per essere stato assente dal servizio, senza alcuna giustificazione, a seguito del suo trasferimento presso altra sede, qualora sussistano le esigenze tecniche, organizzative e produttive che giustificano tale trasferimento.
Fonte: Dottrina per il lavoro