Sono estremamente grato a The Job Enquirer per aver posto l’accento su profili poco noti della grande questione sociale che interessa questo Paese e la mia generazione in particolare. Per alcuni questa si risolve nelle grandi trasformazioni tecnologiche e sul modo in cui esse cambieranno inesorabilmente le nostre vite. Altri ritengono invece che basti parlare, spesso invero poco a proposito, di etica e di bene comune perché i processi economici possano come per magia essere giustificati e giustificabili da un qualcosa che loro chiamano fede, ma che non è diversa dall’ennesima ideologia, se non più sbiadita.
La prospettiva critica di questo blog invece declina la riflessione sui principi della dottrina sociale della Chiesa non allontanandosi dal termine ultimo del suo riferimento: non le strutture né l’ambiente, non gli spazi né i processi, ma le PERSONE e le loro relazioni nella società complessa, e a volte di-sperata, del nostro tempo.
Questo blog aiuta a capire che il lavoro non è una mera opportunità da offrire o da cogliere o una meta da raggiungere magari con gli strumenti dell’assistenzialismo statale. Il lavoro è la vocazione altissima della donna e dell’uomo, e dunque la sua dignità non è men che la dignità dell’essere umano nel suo intero. Prendersi cura del lavoro è dunque servire lo sviluppo umano integrale, qualcosa che è dovuto da noi ai nostri simili, e viceversa (“solidarietà orizzontale”?); qualcosa che è un diritto per me e per gli altri, nella misura in cui tutti diventiamo coscienti della nostra e altrui dignità. È un compito molto articolato quello ci attende: dare voce ad una cultura della vita umana in cui il lavoro non sia appendice di una esistenza ai margini, ma fattore di inclusione progressiva di ogni singolo attore nella propria comunità di riferimento, locale o globale che sia.
La riflessione collettiva sulla giustizia sociale e sulle sue rivendicazioni può dunque servire a non dimenticare il problema, ma certamente non è sufficiente a risolverlo. Il passo in più che è necessario ai nostri giorni è la riscoperta dell’impegno personale, al di fuori di qualunque lobby o corporazione, perché il mio prossimo, concittadino o straniero che sia, possa condividere l’appassionante avventura di trasformare la sua porzione di mondo con l’impegno, anche la fatica, del lavoro delle sue mani.
Buon compleanno JobEnquirer.it!
Prof. Maurizio Serio
Direttore Ricerca e Formazione
Centro studi Tocqueville-Acton