Non ho ancora letto gli aggiornamenti che il nuovo decreto apporterà in materia di lavoro. Che i ministri ieri abbiano lavorato mi sembra il minimo; quanti ristoratori, guide, autisti, piloti, albergatori, commessi e così via lo hanno fatto! Onorare questa ricorrenza sforzandosi di migliorare le condizioni di lavoro delle persone è giusto, ma quanto di questo spirito ha caratterizzato il consiglio dei ministri di ieri? E perché successivamente non è stata organizzata una conferenza stampa? Sarebbe stato un modo per consegnare plasticamente le nuove conquiste, di cui la Meloni si dice fiera, ad altri lavoratori, in questo caso i giornalisti. Così non è stato.
La Meloni ha preferito il video, il monologo. Allora, non si è trattato di un consiglio dei ministri organizzato con spirito di giustizia e di compartecipazione alle necessità dei lavoratori, ma di pura propaganda di partito. Il lavoro è fatto di sostanza, di contenuto, di realizzazione del bello. Di questo lavoro non si parla più. Si continua a legiferare su una sostanza che non si conosce. Basti pensare che, quando si parla di lavoro, il riferimento più immediato è ai giovani, al futuro. Brancoliamo nel buio del “più sazio, più contento”, generando di fatto un oscurantismo che fiacca la vera dignità del lavoro. Questo è un peccato di destra, di centro e di sinistra.