L’infortunio mortale di Luana D’Orazio, ragazza di 22 anni, mamma di un bambino di 5 anni, ha indignato tante persone, ha scosso le coscienze degli italiani. Sarà stato per la sua giovane età, sarà stato per la sua bellezza, sarà perché era una giovane mamma. Il fatto è che tanti sono gli infortuni mortali avvenuti in Italia negli ultimi anni: 1270 nel 2020, già 185 nei primi tre mesi del 2021, in aumento rispetto ai primi tre mesi dello scorso anno, più di tre al giorno. Questa volta c’è stata una grande indignazione, una commozione che ha coinvolto fortemente tutti.
L’auspicio è che non si risolva, ancora una volta, solo con le lacrime del giorno dopo, ma che ci sia una forte reazione, che porti ad una vera svolta nella risoluzione di certe problematiche nel mondo del lavoro, in modo tale, che certi accadimenti abbiamo fine.
Dovremmo indignarci sempre di fronte a un grave infortunio sul lavoro, ad un evento che in un attimo ti porta via per sempre! Troppe volte gli infortuni sul lavoro sono passati inosservati. Speriamo che la morte di Luana serva veramente a scuotere le coscienze di chi, in qualsiasi modo e con qualsiasi impegno e responsabilità, può veramente migliorare le condizioni di vita nei luoghi di lavoro.
Occorre mettere in atto azioni concrete iniziando dall’interrogarci sull’organizzazione del lavoro di ogni singola azienda. Occorre potenziare gli Enti Ispettivi sulle condizioni di lavoro, occorre una presa di coscienza da parte di tutti: dai datori di lavoro fino al singolo lavoratore.
Sono tanti gli aspetti da considerare per invertire questa tragica tendenza.
Il primo è senza dubbio legato alla cultura del lavoro e, più nello specifico, alla cultura della sicurezza sul lavoro. Occorre, quindi, una maggiore formazione nei confronti dei lavoratori, una maggiore sensibilità da parte dei datori di lavoro, una considerazione particolare della situazione strutturale dei nostri comparti produttivi, fatti di piccole e medie imprese che molto spesso non garantiscono la dovuta sicurezza sul lavoro.
Urge una maggiore partecipazione dei lavoratori ai processi dell’organizzazione del lavoro nelle aziende e in modo particolare della progettazione della sicurezza sul lavoro.
Dobbiamo portare il tema della salute e sicurezza sul lavoro in tutte le scuole, perché già dalla giovane età si apprenda quanto è importante la cultura del lavoro.
Dobbiamo comunque ribadire, con forza, che tanti infortuni sul lavoro non sono sopportabili per un paese civile. Anche un solo grave infortunio sul lavoro è una sconfitta!
La vita! La vita è la cosa più bella che abbiamo e va salvaguardata sempre, anche quando si lavora!
Ecco perché è importante che ci sia una reazione forte: del mondo del lavoro, delle istituzioni, della società civile, perché una volta per tutte ci sia un segno tangibile di cambiamento!
Occorre mettere in pratica il concetto di responsabilità!
Responsabilità da parte dei Datori di Lavoro.
Responsabilità da parte delle Istituzioni.
Responsabilità da parte dei lavoratori.
La dignità del lavoratore, non può essere offesa, da condizioni di lavoro illegali, dalla mancanza di tutela della propria incolumità.
Al centro dell’organizzazione del lavoro deve essere sempre posta la persona. E’ da questo punto che dobbiamo ripartire per un nuovo umanesimo nel lavoro.
Lorenzo Sichei
Sindacalista Cisl