Al di là di quello che sarà l’esito del referendum costituzionale, possiamo tranquillamente dire che oggi è una giornata storica per il Paese, per tutti noi che non andremo certo a votare a cuor leggero, qualunque sarà la scelta che assumeremo in coscienza, tenendo lontana la tentazione di votare in un modo o in un altro semplicemente per servire qualcuno o qualcosa che non sia compatibile con l’interesse collettivo.
Oggi non è il giorno dei politici, dei giornalisti, delle persone di spicco che hanno offerto il proprio volto alle differenti posizioni in campo, ma di tante persone, giovani e adulti, che dovranno sovrintendere al corretto svolgimento delle operazioni di voto e di spoglio delle schede elettorali. Il pensiero va dunque ai Presidenti di seggio, ai segretari, agli scrutatori, come anche alle Forze dell’ordine.
Un lavoro-servizio molto delicato, arricchito oggi da un ulteriore elemento: la certezza che la Storia passerà “tra le loro mani”. Una Storia che inizierà a manifestarsi con i volti dei cittadini che si recheranno a votare. Di mattina, di pomeriggio, con l’ ansia di chi desidera giungere presto a fine giornata per iniziare a conoscere l’esito del voto di tutti gli italiani, anche quelli residenti all’estero, oppure con l’apatia di chi prende la matita in mano senza avere la consapevolezza che quell’afferrare la scheda e la matita rappresenta già un passo in avanti per vincere il veleno mortale della rassegnazione, generatrice di tanti altri veleni.
Questo giorno segna lo spartiacque tra una campagna referendaria caratterizzata da tanta arroganza e il nostro domani. L’arroganza degli ultimi mesi ha rasentato spesso la cattiva educazione e ci ha fatto comprendere come in questi ultimi tempi, dietro il problema del conflitto generazionale, rappresentato da chi ha avuto e chi non ha perchè c’è chi ha avuto troppo, si sia voluto astutamente nascondere piuttosto un conflitto tra classi sociali, tutt’altro che superato, acuitosi in maniera evidente, proprio perchè non più affrontato nella sua realtà.
Domani è un altro giorno, per citare il celeberrimo film “Via col vento”, e il nostro futuro sarà in ogni caso diverso da ciò che ci saremo lasciati alle spalle, al di là del risultato. E neanche a dirlo, anche grazie all’arroganza che abbiamo visto manifestarsi in diversi ambiti e settori della società.
Tutto è pronto, ci siamo ormai. La Storia chiama.
Buon lavoro, allora, a tutti gli scrutatori, segretari, Presidenti di seggio che opereranno nel nostro interesse. Buon lavoro a noi tutti, perchè il domani ci attende e perchè molto di quel cambiamento tanto auspicato dipenderà dal nostro impegno e dalla nostra volontà di andare controcorrente, contro il tornaconto personale, contro il carrierismo, contro il servilismo.